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Fra(m)Menti di luce

Se la narrazione degli eventi che accadono è frutto di interpretazione, ai fini evolutivi è necessaria l’indipendenza da schemi valutativi univoci. Mi ispiro al "cinema anemico" dadaista, al movimento ‘Fluxus’, alla cinematografia sperimentale di J. Cornell; mi ispirano inoltre i film di A. Grifi e G. Baruchello, la videoarte di G. Douglas, i videogames, i mondi virtuali e lo stile Low-fi della popular music. Usando una bassa qualità delle immagini, modificando la cronologia dei fotogrammi o la velocità di riproduzione degli stessi, altero l'integrità dell'immagine ed il senso della narrazione come testimonianze di un messaggio concluso. Le interferenze ambientali e le imperfezioni, sono perfetti testimoni della caducità dei concetti. L’obiettivo è valorizzare l’estetica intrinseca delle immagini e dei suoni liberandoli dal senso di una narrazione ordinata cronologicamente.
Se la comunicazione ordinaria è accomodante e ripetitiva, metafora di una natura da percepire come statica, è di vitale importanza evidenziare il potere trasmutativo del divenire. Cerco di distogliere lo sguardo dello spettatore dalla produzione cinematografica classica per poi dirigerlo sugli aspetti peculiari delle culture marginali.
È evidente nelle mie creazioni video la propensione ad orientare il pubblico alla valutazione dell’extra-ordinario e delle odierne forme di comunicazione.

Second Malibu Mermaid

'Second malibu Mermaid' è un video ispirato al cinema di J. Cornell arricchito con elementi pop. Le immagini, di pubblico dominio, sono tratte dal video ‘The Malibu Mermaid’ e riguardano una sensuale modella degli anni cinquanta filmata sulle spiagge di Malibù. Il significato originario del filmato, gioviale ed ingenuo, è stravolto completamente: la velocità di riproduzione delle immagini originali, virate in blu alla maniera di Cornell, è rallentata; compaiono i fotogrammi di un mare virtuale tratto da Second Life sui quali è sovraimpresso un codice binario, una specie di matrix che contrasta con l'ambiente naturale della spiaggia californiana. L’atmosfera romantica e la naturale bellezza delle forme femminili sono poste in contrasto con la freddezza della produzione tecnologica contemporanea.

Un autoritratto

Nel video realizzato  nel 2014 le immagini sono trattate con la tecnica denominata 'datamosh' ovvero si utilizzano file molto compressi nei quali i pixel dei fotogrammi di una sequenza interagiscono con quelli di altre sequenze producendo animazioni incongruenti con un effetti tanto suggestivi quanto singolari.

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Believe in this world

Il video è composto da immagini girate in Irpinia (Provincia di Avellino) - Italia. Il villaggio terremotato è il soggetto principale; compaiono abitazioni abbandonate, messaggi sui muri, un vecchio calendario che riporta la data Gennaio 1988 e poi oggetti e contenitori alimentari deteriorati. I fotogrammi finali sono una rielaborazione di un filmato public domain: le parole positive ed entusiaste di un uomo dall’aspetto elegante e composto contrastano con l’evidente drammaticità delle scene e risuonano sarcastiche: “I believe in this world to come, I think it's going to be a pretty good world."

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Time for greatness

Una rielaborazione di un filmato pubblicitario per la campagna elettorale di J. F. Kennedy candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America negli anni 60. L’entusiasmo che connota l’originale messaggio per un grande sogno americano è nettamente smorzato dalle distorsioni e dai disturbi applicati alle immagini rielaborate in chiave pop.

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Archeologia dei sogni
e delle immondizie

Le immondizie sono soprattutto gli enormi quantitativi di carta che l'autore si ritrova in casa e che costituiscono il materiale d'eccellenza per le sue creazioni.

Girato a giugno nel 2020, durante il periodo Covid, il video è il risultato del montaggio di materiali visivi eterogenei in merito alla funzione comunicativa e provenienti da fonti diverse. Il sonoro è costituito dalla voce dell'autore impegnato a raccontare vecchi sogni il cui senso è volutamente slegato dal contesto, ciò al fine di produrre un effetto di generale incongruenza, tipica di colui che si appresta ad esplorare un passato ricco di reperti sovrapposti ed indecifrabili.

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Psykhédêlos

Maggio 2020, nel pieno del lockdown artisti e non solo, danno sfogo alla creatività. Concepito come un autoritratto in chiave psichedelica, il video è girato dall'autore nella propria abitazione mentre indossa una maschera realizzata con i propri disegni e nell'atto di sbrigare faccende della banalità quotidiana.

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Focus on Kalì

Il soggetto del video è la Dea Kalì, emblematico simbolo del potere distruttivo del divenire.

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1'55'' Self portrait video

Un autoritratto video costituito da immagini catturate con la fotocamera di un vecchio cellulare Samsung S3 e successivamente rielaborate al computer.

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The clock

Il tema è l’alterazione della naturale cronologia degli eventi scanditi dal meccanismo ordinatore del tempo. Il video è concepito come un mix di vecchi filmati recuperati dal web e immagini girate dall’autore come quelle di un orologio rotto che ha perso le lancette. Personaggi protagonisti di eventi storici, cartoni animati e annunci pubblicitari sono collocati sullo stesso piano indipendentemente dal senso delle narrazioni originali.

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Signs on the sand

Immagini catturate con la fotocamera di un vecchio cellulare Samsung S3 e successivamente rielaborate al computer.

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